Pegoraro Pierina… chi era?

La famiglia di Pierina Pegoraro:

Il Marito ROMANATTI LEONARDO ENRICO nato a Cantù il 20.11.1894 morto a Vicenza il 23.9.1968 a 74 anni

PEGORARO PIERINA nata a Zanè il 20.3.1923 morta a Zanè il 4.4.2008 a 85 anni

Pierina ed Enrico

Papà PEGORARO GIOVANNI nato il  9.3.1881 a Zanè e  morto il  8.1.1977 a Vicenza a 96 anni

Mamma BRAZZALE MARIA nata il 9.11.1891 a Calvene e morta il 22.10.1982 a Vicenza a 91 anni

Pierina ha conosciuto Enrico (30 anni più vecchio di lei) quando non pensava più di sposarsi avendo superato i 33 anni (che per allora significava rimanere zitella). E’ stato un colpo di fulmine reciproco e nel giro di pochi mesi si sono sposati.

Sono stati anni felici quelli del matrimonio, all’insegna di viaggi e divertimento, ma dopo 12 anni, nel 1968 Enrico muore. Pierina, che è rimasta vedova per 40 anni mi ha sempre parlato di un uomo meraviglioso, di una persona eccezionale, con il cuore in mano che aiutava tutti. Io stesso ho partecipato ad un atto notarile dove Pierina donava un terreno edificabile in quel di Cantù ad una persona che era stata vicino a Enrico ma che la sua morte improvvisa gli aveva impedito tale donazione. Alla morte di Enrico ha donato un terreno al comune di Zanè che ancor oggi si chiama “parco Romanatti” vicino al cimitero dove è sepolto.

Pierina era una donna tutta d’un pezzo con un cuore incredibile. Ricordo una sua gita a Roma negli anni ’90 in cui la corriera aveva fatto tappa in un monastero. Vedendo la vita delle suore e la loro miseria, voleva aiutarle, voleva fare qualcosa ma non aveva denaro con sé. Ha chiesto alla superiora se accettava un assegno… e prima di andarsene le consegnò un assegno da Lit. 100.000.000= … e la suora svenne.

Tutte le persone che soffrivano le facevano pena e si commuoveva… donava molto, ma nessuno sapeva niente, era molto riservata, forse questa è stata la molla che l’ha portata dal notaio a fare un testamento pubblico a favore di quanti hanno bisogno e soffrono, soprattutto bambini e persone disabili.

Dopo la sua morte, il notaio mi chiama e legge il suo testamento in cui mi nominava esecutore testamentario. Subito ho rifiutato perché lo consideravo un impegno gravoso e inutile per me, che mi avrebbe distolto dalla mia attività lavorativa. Ma il notaio mi disse che zia Piera ci teneva e che comunque io avrei fatto sempre meglio di qualsiasi esecutore testamentario nominato dal Presidente del Tribunale di Vicenza. Un po’ per le parole del notaio e un po’ perchè temevo eventuali ripercussioni e incubi notturni da parte della zia… mi sono convinto di accettare la carica e fu così che mio malgrado sono stato “incastrato” socialmente parlando.

Ora, a distanza di oltre un decennio debbo ammettere che pur nel libero arbitrio di qualsiasi persona c’è un disegno divino, una predestinazione e dobbiamo dire che alla fine il mosaico viene composto. Ho scoperto che fare del bene fa proprio bene: sono diventato “padrone” del mio tempo che dedico agli altri… e incontrando persone tutti i giorni, queste mi danno quella carica e quella energia che mi permette di continuare ogni giorno ad essere a disposizione di tutti.

Della zia Piera cosa resta?

  • La prima pietra di Casa Insieme, situata all’entrata, che ricorda questa avventura;
  • La lapide al cimitero dove quando posso vado a chiederle l’aiuto necessario per proseguire… (ricordo che la sua abitazione è diventata la Casa degli Anziani di Zanè e l’asilo nido di Zanè è stato completato grazie al suo aiuto);
  • Il cielo da dove sicuramente mi vede e credo che… con un sorriso si ritenga soddisfatta di quello che ha combinato con il suo testamento. Grazie zia Piera

Giuseppe Pegoraro

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